So perfettamente di cosa parla Giussani quando parla dell´Universo

Sociedad · Juan José Gómez Cadenas
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26 octubre 2023
Intervento di Juan José Gómez Cadenas nella presentazione del libro "L´impeto di una vita", la biografia di Giussani scritta da Fernando de Haro.

Care signore e signori, cari e radioattivi,

Sono qui presumibilmente per presentare la biografia di una persona eccezionale, su invito di un amico. È vero. Ma il mio vero scopo è rivelare una cospirazione.

È mio dovere informarvi che Fernando de Haro, presumibilmente un giornalista e comunicatore di rinomato prestigio, presumibilmente un uomo impegnato negli ideali (così antiquati tra l ́altro) di una democrazia partecipativa e libera, presumibilmente un uomo coraggioso che ha rischiato la pelle più di una volta girando documentari impegnati in Africa, Asia e Medio Oriente, presumibilmente un prolifico e originale intellettuale, autore di numerosi saggi di grande profondità, non è nient´altro che un agente di un’organizzazione sovversiva le cui sigle sono CL.
La maggior parte di voi non ne avrà mai sentito parlare, ma credetemi, sono ovunque. Tra i loro membri ci sono rettori e accademici di spicco, avvocati, economisti, medici, architetti, professori universitari, editori, teologi e persino scienziate che conducono ricerche sulla fisica delle particelle. La loro missione è conquistare il mondo, ma le loro tecniche sono sottili. Piuttosto che predicare, preferiscono seminare grano. Alcuni di loro scrivono romanzi femministi, in cui salvano personaggi come Salomè, la disprezzata assassina del Battista, dal severo giudizio imposto da duemila anni di patriarchi. Altri sono estremamente generosi, dall´offrire pasti caldi come volontari in mense pubbliche a visitare malati e anziani, compresi casi estremi di famiglie numerose che aumentano il numero di figli adottando un angelo. Conosco un prete, esperto di Peshita, che ha trascorso la peggiore parte dell´epidemia di Covid in un ospedale, rischiando la vita fianco a fianco con il personale sanitario il cui eroismo dimentichiamo il giorno dopo esserci vaccinati. Conosco un certo avvocato che mi tenta con infinite passeggiate lungo il Manzanares, mentre discutiamo di tutto ciò che è buono e bello, e che si perde e ci fa soffrire. Da quando sono in contatto con questa banda di pazzi (li ho denunciati come tali nel mio ultimo articolo su «tracce»), nessuno ha cercato di convincermi di nulla, anzi, sembrano accontentarsi di offrirmi un´amicizia gratuita. Questi dettagli li svelano, chi regala oggi qualcosa in cambio di nulla?

Cari e radioattivi signore e signori. Quale non sarebbe stata la mia sorpresa nell´incontrare ovunque il mio ammirato Giacomo, il compagno Leopardi. Appena avevo iniziato il primo capitolo e già le linee mi colpivano:

Natura umana, or come,
Se frale in tutto e vile,
Se polve ed ombra sei, tant’alto senti?

E un po´prima,

A che tante facelle?
Che fa l’aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Desideri infiniti, o forse il desiderio dell´infinito, la domanda che Leopardi si pone, la
stessa domanda che mi facevo quando scrivevo, esattamente dieci anni fa, nel
compleanno di mia figlia Irene:
Se siamo solo ombre,
Perché tanto amore allora?
Perché tanta bellezza?

Rispondere a Leopardi e a colui che vi parla, così come a tutti gli uomini che hanno guardato il cielo in una notte stellata o hanno abbracciato i loro bambini al petto, è ciò che si prefiggeva quel prete magro e un po ́malaticcio, ribelle, nervoso, instancabile, magnetico e fuori di testa, chiamato don Giussani. Il libro di Fernando ci porta, quasi in volo, attraverso la sua vita, una vita in cui è così difficile individuare l ́ossessione del «io»; che ci definisce in questi tempi di miseria, che l´unica spiegazione ragionevole è assumere che don Giussani non fosse una persona. Come ho anticipato, la mia presentazione di oggi conterrà delle rivelazioni. Don non poteva essere un uomo, era chiaramente un ́intelligenza artificiale, programmata per servire gli altri, come quell ́altro che vagava in Galilea predicando l´amore per i bambini e moltiplicando i pani e i pesci. Per un esperto è facile smascherare entrambi. Troppa compassione, assenza di egoismo, empatia, quell´amore indiscriminato per il prossimo: «L´unica cosa che sento è che l´essenza della vita, delle aspirazioni, della felicità, è l´amore. Un amore infinito, immenso, che si è chinato verso il mio nulla». Mi dispiace deludervi, ma gli esseri umani non sono così. Se avete dubbi sulla nostra vera natura, leggete le notizie o sedetevi un po ́a contemplare come i missili cadono sui bambini di Israele e la Palestina.

Credevano che l´Olocausto non si sarebbe mai ripetuto? Pensateci meglio. L´Olocausto è sempre dietro l´angolo.
C´è una scena impressionante in cui il giovane Giusanni si sta confessando all´inizio del suo magistero. Un giovane si inginocchia, apparentemente per confessarsi, ma in realtà si tratta di una finzione. Il ragazzo sostiene che la vera statura dell´uomo sia quella di Capaneo di Dante, uno dei personaggi della Divina Commedia che Dio tiene incatenato all´inferno. Capaneo è condannato all´eternità, ma non si pente. Dall´inferno maledice Dio a squarciagola e Lui non può far nulla per impedirlo. Il giovane si identifica con Capaneo. Anch´io, soprattutto in questi giorni. Perciò, leggendo quella scena, mi sembrava che il prete stesse parlando a me, quando risponde:
—Ma Juan José, non è più grande amare l´infinito piuttosto che maledirlo?
Poco dopo, Giussani sorprende una giovane coppia che si bacia. Non sembra che stiano facendo nulla di male, si chiede solo cosa c´entri il desiderio giovanile con la scala dell ́universo. Letteralmente: «il problema è se si baciano avendo coscienza dell´universo»
Uno degli agenti più pericolosi di CL si chiama Javier Prades. Una volta, passeggiando nel Retiro, pensai di averlo messo alle corde. Gli dissi: «Javier, va bene credere in Gesù Cristo, che era un tipo moderno e figo, ma come osate voi cristiani collegarlo con il vecchio Dio d´Israele?» Javier mi guardò con un sorriso beffardo e rispose, come se la cosa non lo riguardasse. Che audacia!
Che audacia! Giussani pedala sulla sua enorme bicicletta e riflette sul problema di baciarsi avendo coscienza dell´universo. Chi vi parla sa esattamente di cosa sta parlando. Così ho baciato mia moglie, una notte trent´anni fa, sotto le stelle del Giura. Così ho baciato i miei figli tante volte, così continuo a baciarli e ogni volta che lo faccio, non solo prendo coscienza dell ́universo, ma per un istante vedo gli angeli che lo popolano.
Cari signore e signori, quasi cent ́anni fa, il grande fisico Wolfgang Pauli scrisse una lettera ai partecipanti al congresso di Tubingen, salutandoli con la stessa formula che in tedesco suona così:»Liebe und radioaktive Damen und Herren» In quella lettera, propose l ́esistenza del neutrino, un fantasma, come un «rimedio disperato»; per
salvare la legge della conservazione dell´energia. È importante capire che la parola «disperato»; aveva senso. Alcuni fisici sono credenti, altri no. Ma tutti professiamo una fede inossidabile nel fatto che l’energia non si crea né si distrugge, ma si conserva solo. Per preservare quella fede, Pauli propose un'entità immaginaria, un unicorno, un frammento di niente o di desiderio. Cento anni dopo, il vostro umile servitore guadagna da vivere studiando le sue proprietà.
Forse non esiste solo un principio di conservazione dell´energia, ma anche un principio di conservazione delle anime e la particella che è necessario postulare affinché questo principio sia vero è il Dio che sfugge a Leopardi e a me, e che don Giussani vedeva ovunque. Che sia così e che i fisici del futuro (in un possibile futuro in cui scienza e teologia smetteranno di essere estranee) studino le proprietà di quella particella essenziale: bellezza, compassione, amore e la strana capacità di soddisfare i nostri desideri infiniti, i nostri desideri di infinito.


Legge anche: Il cammino al senso religioso è un’esperienza


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